TRASPORTI

Ita Airways, stallo sulla vendita. L’allarme dei sindacati (che pensano allo sciopero)

di Leonard Berberi

Ita Airways, stallo sulla vendita. L'allarme dei sindacati (che pensano allo sciopero) Un Airbus A350 con la livrea di Ita Airways

Lo stallo sulla privatizzazione di Ita Airways e l’«avviso» di Giorgia Meloni al governo a «non accelerare il processo di vendita» agitano a tal punto i sindacati che alcune sigle non escludono gesti forti, scioperi compresi, per invitare il premier Mario Draghi a non perdere tempo dando l’ok alla trattativa in esclusiva con la cordata ritenuta migliore dagli advisor del Tesoro, cioè Msc-Lufthansa. Una richiesta di velocizzazione che serve anche a «tutelare» il presente e il futuro della compagnia — decollata il 15 ottobre scorso subentrando ad Alitalia — dai fuochi della campagna elettorale.

Le incognite

Lo stop dell’iter, secondo le sigle, rischia di compromettere il piano di espansione da qui al 2026 (incremento della flotta, aumento dei dipendenti, maggiore connettività, focus sul cargo) e mette a repentaglio la sorte dei 3.300 assunti che potrebbero dover pure affrontare la cassa integrazione durante l’inverno, periodo con pochi passeggeri, ancora meno ricavi e alti costi fissi, a partire da quello del cherosene che questi giorni si attesta sul mercato europeo a 1.161 dollari a tonnellata, l’81% in più di un anno fa e circa il 50% in più di gennaio scorso quando peraltro Ita ha aggiornato il suo piano industriale 2022-2026.

Le reazioni

«La situazione è complicata, siamo molto preoccupati», dice al Corriere Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil. «Ita da sola non va da nessuna parte e la soluzione di Msc e Lufthansa è quella industrialmente buona». «Bisogna lasciare la compagnia italiana fuori dalla campagna elettorale», attacca Ivan Viglietti, segretario nazionale trasporto aereo Uiltrasporti. «Chi è contrario alla vendita ci mostri l’alternativa o è pura demagogia». E ricorda, replicando a chi chiede di tutelare l’italianità dell’azienda, che «il possibile azionista di maggioranza sarebbe l’italianissima Msc».

A Palazzo Chigi

Ita, contattata, preferisce non commentare. Dagli ambienti di Msc e Lufthansa filtrano stupore e disappunto in attesa di capire cosa succederà nei prossimi giorni. Da Palazzo Chigi — dove giovedì 4 agosto ci sarà un consiglio dei ministri — fino a pochi giorni fa ribadivano l’intenzione di chiudere il dossier sulla privatizzazione avviato ufficiosamente a gennaio e ufficialmente a marzo. Ma, anche dopo le parole di Meloni, nelle ultime ore tutto è tornato in bilico. Con il rischio che prima ancora che decida Draghi sia la stessa cordata ritenuta migliore a tirarsi indietro viste le incognite politiche.

lberberi@corriere.it

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