Milano, 16 settembre 2014 - 07:44

«Sconto» per Berlusconi: alla ex moglie Veronica 36 milioni in meno

La Corte d’appello di Milano rivede la cifra percepita dall’ex moglie durante la separazione: troppi per i giudici i tre milioni al mese ricevuti, si scende a due

di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella

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A saperlo prima, magari Silvio Berlusconi avrebbe anche potuto sorvolare sul carattere di Mario Balotelli ed evitare di venderlo al Liverpool per far incassare 20 milioni al Milan: quasi il doppio, infatti, ora glielo porta l’ex moglie Veronica Lario, alla quale la Corte d’appello civile di Milano ordina di rinunciare appunto a 36 dei 108 milioni che l’ex marito le aveva intanto dovuto versare nei tre anni di separazione. I giudici d’appello ritengono troppi i tre milioni al mese che le erano stati assegnati dal Tribunale: due al mese possono bastare. Cioè un milione in meno rispetto alla sentenza di primo grado sulla separazione nel 2012, ma 600.000 euro in più dell’assegno (1,4 milioni al mese) fissato intanto un anno fa dai giudici del divorzio.

Anch’esso ha attraversato prima la fase della separazione legale e poi quella della rottura vera e propria del vincolo matrimoniale. Nonostante un patrimonio personale sicuramente cospicuo, la signora Lario, al secolo Miriam Bartolini, è molto meno ricca di Berlusconi, notoriamente tra gli uomini più ricchi del mondo: e per questo giuridicamente le spettava l’assegno che, durante il periodo della separazione in vista del divorzio, ha lo scopo di consentire al coniuge più «debole» di mantenere un livello di vita quanto più possibile vicino a quello goduto durante il matrimonio.


Fu Veronica Lario ad avviare (con gli avvocati Maria Cristina Morelli e Maria Serena Ciccarese) la causa di separazione di fronte ai giudici della nona sezione del Tribunale civile di Milano, che nel dicembre 2012 le assegnarono un appannaggio mensile di 3 milioni di euro, 36 milioni l’anno, pari a 100.000 euro al giorno, a decorrere dalla rottura dell’unione allora individuata al maggio 2010. Un assegno nel quale veniva già ricompreso il valore economico della permanenza nella villa di Macherio dove erano cresciuti i tre figli avuti da Berlusconi: Barbara, Eleonora e Luigi. Una magione da 120 mila metri quadrati con parco sterminato che assorbiva spese per circa 1,8 milioni l’anno.


Contro questa sentenza Berlusconi fece appello attraverso i suoi legali Ippolita Ghedini, Cristina Rossello, Paolo e Pierfilippo Giuggioli. E ora durante l’estate è arrivata la sentenza di secondo grado che ha ridotto di un terzo l’importo stabilito da quella di Tribunale: i giudici (presidente Bianca La Monica, relatore Francesco Serra, giudice Maria Cristina Canziani) hanno ritenuto che fosse eccessivo parametrare l’assegno alla villa di Macherio, tanto più che i tre figli della coppia non vivevano più lì. E dato che la signora Lario vi ha vissuto fino a settembre 2010 (come documentato da Berlusconi nel suo ricorso), hanno spostato da maggio a settembre 2010 la decorrenza dell’assegno mensile (2 milioni invece di 3) relativo ai tre anni di separazione.

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Undici mesi fa, infatti, era intanto arrivato a maturazione anche il primo provvedimento della causa di divorzio, che sempre in questi casi segue una strada parallela e distinta dalla causa di separazione: nell’ottobre 2013 il giudice Anna Maria Di Oreste, presidente del Tribunale di Monza nel cui territorio risiedeva in quel momento la signora Lario, aveva deciso che da quel momento fosse equo riconoscere all’ex moglie di Berlusconi, in vista del divorzio dopo il quale il livello di vita del coniuge più «povero» può essere anche leggermente inferiore, «solo» 1,4 milioni di euro al mese. E lo stesso giudice monzese il 18 febbraio 2014 ha pronunciato la sentenza di divorzio che ha definitivamente interrotto il matrimonio tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario: verdetto però ancora «parziale» in quanto lascia ai coniugi la possibilità di definire successivamente i termini economici del divorzio, che potrebbero comprendere anche le compensazioni legate all’intreccio di sentenze.


I legali starebbero peraltro trattando su una somma complessiva che Berlusconi verserebbe in un’unica soluzione invece di pagare un assegno mensile a vita: somma sul cui ammontare influiscono molti fattori, dall’entità dell’assegno di divorzio all’aspettativa di vita del coniuge obbligato ai pagamenti. Nel frattempo, contro il verdetto d’appello che ha ridotto l’assegno di separazione Veronica Lario potrà ricorrere in Cassazione.

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